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L’abusivismo edilizio è un’attività illegale e, purtroppo, non è facile avere un quadro chiaro ed esaustivo del problema.
Quasi 2 case su 10 in Italia sono abusive secondo i dati pubblicati dall’ISTAT nel 2022.
Sono dati impressionanti.
Cosa rischiamo avendo un territorio così profondamente “illegale”? Cosa rischiamo se viviamo in una casa abusiva e cosa dice la legge a riguardo?
Cerchiamo di rispondere.
Come prima cosa capiamo cosa è un abuso edilizio.
Per costruire o modificare la propria casa è necessario un permesso.
Nel momento in cui decidiamo di costruire un nuovo stabile o di modificare il nostro (per esempio vogliamo aggiungere un bagno oppure dividere una stanza per ottenerne due), dobbiamo documentarci, verificando se e come possiamo fare quello che abbiamo pensato per la nostra casa.
In tanti scelgono di non chiedere questi permessi e di intervenire comunque, andando incontro a un abuso edilizio.
Ora, costruire senza i permessi potrebbe sembrare più semplice e meno costoso, ma ci espone a enormi rischi.
Teniamo presente che l’indice è dato da numeri forniti dai Comuni, su base volontaria, su quanti edifici abusivi è stata emessa un’ordinanza dal 2004-2020. Chiaramente alcuni Comuni non hanno fornito il dato e non per tutti gli abusi commessi è stata emessa un’istanza di demolizione. Quindi capiamo che il fenomeno è certamente superiore rispetto a quello rappresentato dai dati che abbiamo.
Tuttavia, per comprendere l’estensione del fenomeno nel nostro Paese è utile consultare il rapporto “Benessere Equo e Sostenibile” (BES) dell’ISTAT, dove viene rappresentato l’“indice di abusivismo”, cioè il numero di costruzioni abusive realizzate in un certo anno ogni cento costruzioni autorizzate dai Comuni.
Come si può notare dalla mappa di distribuzione (mappa da Donne Geometra) abbiamo delle zone ben identificate come “più abusive”.
“Le Regioni del Nord spiccano nelle attività di demolizione di edifici abusivi, con Veneto e Friuli Venezia Giulia che superano entrambe il 60% nella classifica per numero di ordinanze di demolizioni eseguite, seguite da Valle d’Aosta (56,3%), Provincia autonoma di Bolzano (47%) e Lombardia (44,2%).
La Regione che lo scorso anno ha registrato il maggior numero di edifici abusivi ogni cento costruzioni autorizzate è la Campania, dove l’indice di abusivismo è sempre rimasto su valori compresi tra i 40 e i 60 nel periodo dal 2004 al 2021”, cita il rapporto ISTAT.
Altri dati interessanti ci arrivano da un report di Legambiente, che ha svolto la raccolta di informazioni indagando 5 regioni, definite più a rischio: Calabria, Campania, Lazio, Puglia e Sicilia.
Ecco alcuni dei dati sull’abusivismo edilizio in queste aree che sono emersi:
Insomma, la strada per risolvere l’abusivismo edilizio in Italia è ancora lunga.
È chiaro che costruire abusivamente mette a rischio oltre che noi anche l’ambiente in cui viviamo: lo sfruttamento territoriale, il mancato rispetto del rischio sismico o idrogeologico (in una parola “il rischio ambientale) sono motivo di disastri, possono dar vita a eventi che poi finiscono in tragedia. Una tra le ultime è il disastro di Ischia.
Diventa così fondamentale sensibilizzare il più possibile su questo tema.
L’ABUSO EDILIZIO è UN REATO previsto dall’art. 44 dpr 380 del 2001 testo unico in materia edilizia ed è punito sia con sanzioni penali che amministrative.
A seconda della gravità dell’abuso varierà la pena/sanzione prevista dalla legge: dall’arresto per 2 anni all’ammenda di € 51.000 per quella penale; dalla confisca dell’edificio alla demolizione per quella amministrativa.
Sarebbe meglio non eseguire abusi, ma se si sono eseguiti in passato o si sono “ereditati” da un acquisto superficiale ci sono dei possibili “rimedi”. Vediamoli insieme.
Il condono: una legge a scadenza temporale con data di inizio e di fine ben specifiche, tramite il quale si può ottenere anche l’annullamento della “pena” per violazioni urbanistiche. Verranno accettate, quindi, solo le domande presentate in questo arco temporale.
In passato, sono stati redatti 3 condoni: L 47 del 1985; L 724 del 1994, e DL 269 del 2003.
Se ne attende uno anche per il 2024 con la nuova finanziaria in corso di definizione.
Possono essere sanati anche interventi in difformità alle leggi urbanistiche/edilizie/igienico sanitarie attive al momento dell’abuso.
La Sanatoria Prevista dall’art. 36 del testo unico per l’edilizia è un provvedimento amministrativo, possibile sia per gli ampliamenti che per le modifiche interne residenziali e non, che può essere sempre recepito dalle amministrazioni comunali a patto che gli abusi siano conformi alle normative vigenti al momento dell’abuso sia a quelle attuali (la famosa “doppia conformità”).
La Sanatoria prevede il pagamento di una sanzione amministrativa che varia dai € 516,00 ai € 5.000,00.
Come abbiamo detto, costruire e modificare in maniera conforme richiede documenti, permessi e l’aiuto di professionisti per orientarsi e fare tutto correttamente. Ovviamente, ha anche un costo in termini di tempo e denaro. Tuttavia, ci permette di operare in modo sicuro, non alimentando il fenomeno dell'abusivismo edilizio e non mettendo a rischio noi e l’ambiente che ci circonda.
E proprio alla luce dei rischi ambientali, e anche dei costi penali, amministrativi ed economici come il condono e la sanatoria, siamo sicuri che costruire o fare modifiche abusivamente sia più economico?